Se hai sottoscritto un mutuo a tasso variabile negli ultimi 7 anni è possibile che possa chiedere il rimborso. Ecco perché.

Da luglio 2022 le banche centrali occidentali hanno iniziato ad implementare una politica restrittiva volta a combattere e a rallentare l’inflazione. L’aumento vertiginoso dei tassi di interesse ha avuto differenti conseguenze: la contrazione della domanda di mutui e prestiti, l’incremento delle rate dei mutui variabili e gli utili record registrati dai bilanci bancari.

Prima dell’estate 2022 lo scenario macroeconomico era differente e caratterizzato dalla presenza di tassi di interesse nulli o negativi. Proprio nell’arco temporale compreso tra il 2015 e la stagione estiva 2022 molti acquirenti di beni immobiliari hanno approfittato dei tassi di interesse negativi o nulli e hanno deciso di sottoscrivere un contratto di mutuo a tasso variabile. Non si tratta del mutuo a tasso variabile “ordinario”, ma di un’altra tipologia di mutuo a tasso variabile con clausola “pavimento” o clausola “floor”. Con la sottoscrizione di questa tipologia di mutuo, il soggetto mutuante si è messo al riparo da eventuali cali dell’Euribor, l’indice di riferimento dei mutui a tasso variabile.

In questo scenario hanno trovato grandissima diffusione i mutui a tasso variabile con clausola floor, che stabiliscono una soglia minima al valore assunto dal tasso di interesse. Il Tribunale di Milano è intervenuto e ha pubblicato la Sentenza n. 2836 in data 6 settembre 2022, che ha sancito la vessatorietà della clausola “pavimento” applicata ai contratti di mutuo a tasso variabile.

I mutuatari che hanno sottoscritto un contratto di mutuo a tasso variabile con clausola “floor” potrebbero avere diritto a richiedere il rimborso degli interessi

Hai avuto un mutuo a tasso variabile negli ultimi 7 anni?

Nel panorama dei mutui a tasso variabile hanno trovato grande espansione i mutui con clausola “floor”. Si tratta di finanziamenti che fissano una soglia minima al valore che può assunto dal saggio di interesse globale. Con la Sentenza n. 2836, il Tribunale milanese ha stabilito la vessatorietà della clausola “pavimento” applicata ai mutui a saggio variabile. La clausola “floor” rende il contratto più oneroso e comporta una mancanza di equilibrio nella distribuzione dei rischi.

I giudici meneghini hanno stabilito la nullità della clausola “pavimento” e hanno sancito il rimborso degli interessi. Con la pronuncia della sentenza le banche, che hanno fatto sottoscrivere un contratto di mutuo a tasso variabile con clausola “floor”, devono rimborsare gli interessi ai soggetti mutuatari.

Chi ha diritto a chiedere il rimborso degli interessi dei mutui a tasso variabile con clausola floor?

I soggetti mutuatari che hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile con clausola “pavimento” e che hanno onorato il pagamento delle rate nell’arco temporale compreso tra il 2015 e l’anno 2022. Sono tantissimi i soggetti che hanno sottoscritto un contratto di mutuo a tasso variabile con clausola “pavimento” e che hanno diritto a chiedere il rimborso degli interessi.

Per poter vedersi rimborsati gli interessi è buon consiglio rivolgersi ad un avvocato esperto in diritto bancario. Si tratta di un rilevante passo in avanti da compiere per fermare il termine prescrizionale. Il legale presenterà un reclamo alla banca mutuante. Tra i principali intermediari bancari che sono stati “condannati” al rimborso dei tassi di interesse troviamo i seguenti: Banca Popolare Pugliese, Banca Mediolanum, Credit Agricole, Banco di Sardegna, Credem, Monte dei Paschi di Siena, Fineco, Volksbank, Unicredit, Widiba, Banca Popolare di Sondrio e BPER.

Mutuo a tasso variabile: conviene sottoscriverlo?

Nel corso degli ultimi mesi abbiamo assistito ad un incremento dei tassi di interesse e ad un aumento delle rate dei finanziamenti. Nonostante le banche centrali non abbiano ufficializzato il taglio dei tassi di interesse, se analizziamo il trend dei Futures sugli Euribor, gli analisti prevedono che lo scenario possa migliorare a partire dalla stagione primaverile 2024. Gli esperti prevedono che le rate dei mutui a tasso variabile possano calare e i potenziali acquirenti possano tirare un soffio di sollievo.