Il tema della soppressione del comma 2 dell’articolo 211 del codice degli appalti fa molto discutere. Se ne parla sui social ma anche nella “piazza pubblica” dove ogni fazione politica dice la sua. Il pensiero e la posizione del PD sono ben espresse dal Senatore Stefano Esposito che è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Legge o Giustizia” del nostro Matteo Torrioli. Ecco cos’ha detto il politico su questo argomento a Radio Cusano Campus, emittente dell’università Niccolò Cusano.

Chi può parlare della soppressione del comma 2 dell’articolo 211 del codice degli appalti? Lo fanno in molti. Lo fa, forse con più cognizione di causa di altri, il Senatore Stefano Esposito del Partito Democratico. Ecco i passaggi chiave della sua intervista su Radio Cusano campus:

Su Luigi Di Maio che ha detto che i senatori del PD stanno facendo finta di litigare col Governo: “L’unico teatrante, con il massimo rispetto per la categoria, è proprio Luigi Di Maio, e lo fa anche male. La questione è seria e se Di Maio può intervenire sulla vicenda è perché qualcuno che fa il parlamentare, studiando e seguendo i provvedimenti, a differenza sua, l’ha portato in evidenza. Se non fosse stato per gente come me che studia, Di Maio non si sarebbe accorto di nulla”.

Sul fatto che l’errore sia strettamente tecnico: “Il fatto è molto serio ed ha prodotto un danno ad una forza politica come il PD che con Renzi ha voluto costituire l’ANAC  e farlo presiedere a  Raffaele Cantone. Siamo di fronte ad un gravissimo errore tecnico. Il testo del correttivo sul codice degli appalti, predisposto dal MIT,  non conteneva la soppressione del comma 2. Purtroppo nelle due ore intercorse tra il passaggio del testo del MIT a Palazzo Chigi e l’inizio del Consiglio dei Ministri qualcuno, commettendo un grave errore tecnico, ha male interpretato un parere del Consiglio di Stato, che nulla c’entra col tema in oggetto, ed ha cassato il comma 2 dell’articolo 211. Ho posto io il problema , siamo di fronte ad un evento kafkiano. Giustificare questo errore dicendo che si è dato seguito ad un parere del Consiglio di Stato vuol dire fare un ulteriore danno alle Istituzioni, perché nei suoi pareri non ha mai detto che c‘era il bisogno di cassare quella norma”.

Circa gli uffici tecnici e legislativi: “In questo Paese da troppi anni ormai c’è un andazzo in cui uffici tecnici e legislativi pensano di poter fare il lavoro che spetta al Parlamento. Per questo capitano queste cose. Se avessi di fronte chi ha commesso questo errore? Lo licenzierei, in tronco”. Infine, secondo Esposito l’errore verrà corretto “in tempi brevi, 20 giorni, un mese al massimo”.

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