Torniamo a parlare di inceneritori e lo facciamo stavolta in modo scientifico: la Prof.ssa Lidia Lombardi, docente di ingegneria dei sistemi per l’energia e l’ambiente alla Unicusano.

Qual è il primo pensiero quando legge dei dibattiti politici inerenti ai termovalorizzatori?

“La politica in generale fa sempre leva su questi temi perché sono quelli che più parlano alla pancia dei cittadini e la prima reazione in genere è quella di forte arrabbiatura perché non ci si sofferma ad analizzare nel profondo la questione ma si fa presa sui sentimenti comuni del popolo e in questo modo si distoglie l’attenzione su quello che è il vero problema ovvero la gestione dei rifiuti.”

E’ vero che i nuovi impianti di termovalorizzatori sono green? A che punto siamo per quanto riguarda il progresso della tecnologia di questi impianti?

“Quando si parla di incenerimento dei rifiuti urbani occorre obbligatoriamente parlare anche di recupero di energia. Un impianto di termovalorizzazione è un impianto industriale mentre una centrale termoelettrica come quelle che siamo abituati a conoscere sul nostro territorio è alimentata da un combustibile che sono appunto i rifiuti residuali, che residuano cioè dalla raccolta differenziata. Questo meccanismo ci permette di recuperare energia, per esempio quella fossile. Ovviamente tutto dipende da come viene realizzata la raccolta differenziata. Ad ogni modo questi sono impianti che cercano di ottenere oggi il miglior recupero di energia possibile e quelli più recenti, come quello di Brescia, cercano di ottenere una migliore quantità di energia soprattutto elettrica; va specificato che anche quelli più antichi hanno comunque subìto delle modifiche nel tempo per adeguarsi alle normativa tecniche sempre più evolute.”

E’ pericoloso abitare vicino a un termovalorizzatore?

“E’ pericoloso come un qualunque impianto industriale. Credo che nessuno, se possa scegliere, sceglierebbe di vivere in prossimità di un termovalorizzatore o comunque anche di una fabbrica. Ci sono però città soprattutto in nord Europa in cui, intorno a questi impianti, ci sono interi quartieri. Pensate che a Vienna si trova un inceneritore che è stato restaurato da un noto architetto e che è diventato addirittura un polo di attrazione turistica!”