Vittoria di Elly Schlein alle primarie del PD. L’esito del voto dà un vantaggio alla nuova segretaria su Stefano Bonaccini ampio, ma non schiacciante: il 53,8% contro il 46,2%. Un rapporto inverso a quello dei circoli, dove aveva vinto di 20 punti il presidente dell’Emilia Romagna. E’ la prima volta che non diventa segretario il candidato più votato fra gli iscritti. Ma quali novità porterà la leadership di Schlein al Partito Democratico? Sul tema Fausto Bertinotti è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta da Gianluca Fabi e Roberta Feliziani su Radio Cusano Campus.

Vittoria Schlein primarie Pd, l’analisi di Bertinotti

Per Bertinotti la vittoria di Elly Schlein è un segnale interessante, ma è ancora presto per parlare di rinascita di un partito che, a suo avviso, dovrebbe essere sciolto:

“Pensavo e penso tuttora che il Pd sia un partito senza futuro, anche amicalmente mi è venuto di proporre il suo scioglimento per liberare le energie al suo interno. Ora siamo di fronte ad un fatto nuovo e interessante. Troppo presto e troppo poco per parlare di rinascita, ma il segnale c’è. La novità viene più dalla società che dalla politica. Prima di questo voto francamente era difficile trovare qualche commentatore entusiasta o in grado di investire sulla capacità attrattiva del PD.

Il primo elemento sorprendente delle primarie è la quantità della partecipazione. Se pensate che abbiamo avuto le elezioni regionali con la più bassa presenza al voto, stavolta invece c’è stata una partecipazione rilevante e significativa in una competizione per il leader del Pd. Altra sorpresa è la vittoria della Schlein. Dico sorpresa perché tutti i pronostici erano per l’antagonista e il voto all’interno del partito lo aveva consacrato. Inoltre Bonaccini aveva dalla sua il partito degli eletti che oggi è forse la parte più significativa del Pd. Invece ha vinto la Schlein e io sono indotto a pensare che questa sia l’espressione di una domanda e non di una risposta al problema di come si fa a far rinascere la sinistra in Italia.

E’ come Sanremo: queste nuove tematiche che stanno emergendo nel corpo della società sono una domanda di radicalità, è come se emergesse nella società non solo il rifiuto di questa politica grigia e opaca, ma anche una domanda di avere il suo contrario, una politica che contenga un elemento di radicalità. La vittoria della Schlein è come dire: adesso voltiamo pagina. Può determinarsi un nuovo protagonismo, anche interessante, ma non credo possa esserci una rinascita. La sinistra non raggiunge le sue radici senza la lotta di classe e da questo siamo molto lontani”.

Effetto Meloni sulla vittoria della Schlein?

Secondo Bertinotti, il successo di Giorgia Meloni non ha influito sulla decisione degli elettori del Pd di scegliere una donna a capo del partito:

“Non credo che sia un effetto Meloni. La Meloni è un fenomeno interamente politico. E’ una proposta di destra che viene avanzata. Invece la vittoria della Schlein è più una domanda che una risposta. Quella della Meloni è una risposta, anche se dal mio punto di vista sbagliatissima”.