Il libro di Vannacci “Il mondo al contrario” di cosa parla? E’ quello che si chiedono in molti, incuriositi dal clamore che sta suscitando il testo scritto dal Generale che, a causa di alcune sue affermazioni considerate omofobe e razziste, è stato destituito dal comando dell’Esercito.

Il libro di Vannacci “Il mondo al contrario” di cosa parla?

Il libro autoprodotto del generale Roberto Vannacci, “Il mondo al contrario”, è composto da 373 pagine.

L’intero testo ruota intorno all’idea che minoranze organizzate stiano sovvertendo tutto ciò che la maggioranza considera(va) normalità:

Un vero e proprio assalto alla normalità che, in nome delle minoranze che non vi si inquadrano, dev’essere distrutta, abolita, squalificata facendo in modo che il marginale prevalga sulla norma generale e sul consueto.

Immigrazione

Quello sull’immigrazione è uno dei capitoli più controversi del libro, che ha suscitato le polemiche maggiori contribuendo alla rimozione del generale dai suoi incarichi. Secondo Vannacci,

le società si formano attorno a culture e valori comuni. Un popolo si identifica nel patrimonio comune di tradizioni militari, culturali, linguistiche e religiose. Il lavoro e i sacrifici degli avi hanno permesso di far coincidere quel patrimonio con le istituzioni politiche in uno Stato nazionale.

Il generale pensa che il multiculturalismo metta a repentaglio coesione e stabilità, poiché cerca di includere in una società valori estranei, facendo venir meno le regole degli Stati che garantiscono la pacifica convivenza tra etnie solo in presenza di un’etnia dominante, che impone norme comuni.

Vannacci ritiene che in Italia debbano continuare a prevalere le culture e le tradizioni tramandate dagli avi e gli immigrati, per integrarsi, devono rispettarle.

In questo capitolo è presente anche una delle affermazioni che ha fatto maggiormente discutere, quella relativa alla pallavolista della Nazionale italiana Paola Egonu:

anche se Paola Egonu è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità che si può invece scorgere in tutti gli affreschi, i quadri e le statue che dagli etruschi sono giunti ai giorni nostri.

Vannacci afferma dunque che il prototipo somatico dell’italiano, indipendentemente dall’acquisizione della cittadinanza, non ha la pelle nera o altri tratti tipicamente africani.

Omosessualità e gender

Altro capitolo molto contestato del libro è quello legato ai temi dell’omosessualità e del gender. Vannacci era consapevole che trattando questi argomenti avrebbe scatenato polemiche, tanto da rivelare che diverse persone gli avevano consigliato di evitare di scriverne.

Il generale ritiene che l’omosessualità debba essere del tutto lecita, ma che debba rimanere relegata alla sfera della sessualità e non entrare in quella della famiglia.

Vannacci dice che l’omosessualità è presente in natura, ma che è rara e quindi non può essere considerata “normale”. Da qui la frase forse più contestata in assoluto del suo libro:

Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!

Il generale sottolinea così che la “normalità” è rappresentata dall’accoppiamento tra maschi e femmine e che la famiglia è costituita da un maschio e una femmina.

Vannacci non contesta i diritti dei gay recentemente acquisiti, come le unioni civili, bensì la pretesa di essere riconosciuti in tutto e per tutto come gli eterosessuali.

Il generale poi denuncia l’azione di una presunta lobby per diffondere e normalizzare le pratiche omosessuali, con obiettivo finale i matrimoni e la genitorialità.

Ambientalismo

Riguardo al tema dell’ambientalismo, Vannacci non nega che l’uomo abbia un ruolo nel cambiamento climatico, ma contesta la narrazione secondo il quale si sta procedendo verso un’apocalisse, visto che la Terra ha sperimentato cambiamenti ben più drastici.

Inoltre, non crede che la soluzione al problema sia una politica di decrescita. Secondo il generale, sono le società sviluppate quelle in grado di attuare misure ambientaliste quindi bisogna concentrarsi sull’adattamento alle mutate condizioni climatiche, anziché farsi prendere da isterismi in stile Greta Thunberg.

Il generale approva la transizione energetica, ma ritiene che debba procedere in maniera lenta e graduale, senza escludere il nucleare.

Vannacci parla anche di animalismo, condannando le manifestazioni più radicali, come quelle dei vegani o di coloro che considerano gli animali domestici come figli. Il numero di animali domestici, scrive il generale, oggi supera di gran lunga quello dei bambini e a suo avviso bisogna rimettere al primo posto gli esseri umani.

Legittima difesa

Riguardo al tema della legittima difesa, nel libro Vannacci lamenta il fatto che in Italia le leggi sembrino tutelare più i criminali che gli onesti cittadini. In questo capitolo è contenuta un’altra frase controversa:

Se pianto la matita che ho nel taschino nella giugulare del ceffo che mi aggredisce, ammazzandolo, perché dovrei rischiare di essere condannato?