L’antibiotico resistenza è un problema che negli ultimi anni è cresciuto a tal punto da diventare un fenomeno studiato dall’Oms con necessità di valutazione dell’impatto che sta avendo sulla salute pubblica a livello globale e con piani d’azione mirati alla prevenzione. Ma quali sono le cause e i rischi connessi allo sviluppo di questa condizione? Vediamo cosa comporta, come è possibile prevenirla e diagnosticarla con il nuovo test rapido

Cos’è l’antibiotico resistenza

L’antibiotico resistenza è un problema derivato dalla naturale capacità dei batteri di adattarsi a varie condizioni all’interno dell’organismo umano. Quando causa di patologie e infezioni infatti, solitamente assumere un antimicrobico, anche detto farmaco antibiotico, nella maggior parte dei casi è sufficiente a debellare la crescita di questi microoraganismi patogeni.

Ma quando si sbaglia nella scelta del medicinale, questo può portare ad una particolare resistenza del batterio stesso e questa è detta resistenza intrinseca. Se invece con il passare del tempo i batteri si adattano ad un tipo di antibiotico, che precedentemente faceva effetto, si parla di resistenza acquisita.

Tutte e due queste condizioni sono rischiose per la salute se non prevenute, riconosciute e trattate in tempo perchè possono essere causa di problemi più o meno gravi, primo fra tutti il favorire l’insorgenza e la diffusione di nuovi ceppi batterici che provocano infezioni persistenti.

Antibiotico resistenza, da cosa è causata?

L’antibiotico resistenza è causata nella maggior parte dei casi dall’abuso di farmaci antibiotici, e soprattutto nella scelta del medicinale che spesso non è adatto al tipo di infezione che si sta curando. L’utilizzo improprio di antimicrobici, specialmente quelli detti “ad ampio spettro”, provoca infatti una costante fortificazione di alcuni ceppi, che risultano così diventare più longevi nel tempo.

A causa della selezione effettuata dal farmaco infatti il problema è che a lungo termine si fortificano microorganismi patogeni a discapito di altri. Oltre a questo contribuisce anche l’uso di antibiotici in zootecnia e negli allevamenti, causandone l’assunzione involontaria tramite il cibo.

Altra causa poi è una più frequente diffusione degli spostamenti e dei viaggi internazionali, specialmente in zone dove alcune malattie sono endemiche, senza avere l’accortezza di effettuare una profilassi preventiva.

I rischi sulla salute connessi allo sviluppo di questo problema

Il problema molto diffuso dell’antibiotico resistenza può provocare gravi condizioni di salute, anche con ripercussioni su tutta la popolazione a livello globale. Il primo rischio è soprattutto quello di sviluppo di nuovi ceppi batterici resistenti ai comuni trattamenti, che potrebbero diffondersi con contagio tra umani e provocare malattie difficilmente curabili proprio a causa della maggiore longevità degli agenti patogeni.

Di conseguenza c’è una serie di altre difficoltà connesse, come ad esempio diagnosi più difficili, maggiori tempi di recupero e ricovero negli ospedali e purtroppo anche la mortalità. Specialmente quando ad essere colpiti sono soggetti particolarmente fragili.

Il piano Oms per prevenire l’antibiotico resistenza

Data la larga diffusione di questa problematica, l’Oms ha annunciato di voler lanciare uin piano preventivo e informativo, che passando per i medici di base dovrà servire per cercare di limitare i rischi connessi con l’antibiotico resistenza. Alcune tra le raccomandazioni principali sono:

  • Ottimizzare l’uso di farmaci antimicrobici
  • Supportare la ricerca per l’individuazione di nuovi trattamenti alternativi
  • Informare la popolazione sui pericoli dell’abuso di medicinali antibiotici

Come funziona il test rapido PCR per decidere quale antibiotico assumere

Tra gli strumenti messi in campo a livello mondiale per contrastare l’aumento dell’antibiotico resistenza nella popolazione, c’è un test rapido che serve ad individuare il tipo di trattamento mirato all’infezione, per evitare la comparsa di questa problematica. Il test PCR si basa sull’individuazione della proteina C reattiva nell’organismo.

Può essere fatto direttamente in farmacia, ed in poco tempo aiuta a riconoscere le infezioni bateriche da quelle virali. Nel primo caso può aiutare il medico di famiglia a scegliere quale sarà l’antibiotico più adatto al trattamento. Nel secondo, cioè se si è colpiti da un virus, permette di evitare completamente la somministrazione di antimicrobici in quanto non necessari, e contemporaneamente ad individuare un antivirale o una cura più appropriata.