Scoppia il caso in Georgia, negli Usa: i bambini disturbano al ristorante e i gestori del locale segnalano sul conto finale un supplemento di 50 dollari. La “multa” è per gli adulti definiti “incapaci di fare i genitori” e gestire i loro figli che, con i loro comportamenti, arrecano disturbo agli altri clienti e agli altri commensali presenti.

Usa, bambini disturbano al ristorante: multa ai genitori

Non è la prima volta che sentiamo parlare, in Usa così come in Italia e in molti altri Paesi del mondo, di bambini che disturbano al ristorante, rendendo così spiacevole e non gradito il tempo trascorso all’interno del locale per le altre persone. Questo caso che si è verificato in Georgia è solo uno dei tanti.

Da ormai tanti anni sappiamo che si verificano continuamente episodi di questo genere praticamente in ogni parte del mondo. Si tratta effettivamente di un problema da non sottovalutare. E così hanno fatto i gestori di un ristorante americano. Il Toccoa Riveside, i quali hanno in questo modo ribadito la necessità di educare i figli al rispetto degli altri.

Essi hanno segnalato un supplemento di 50 dollari sullo scontrino finale a quei genitori che, durante un pasto nel locale in compagnia dei loro figli (e non solo), non hanno saputo gestire i comportamenti definiti “particolarmente esuberanti ed eccessivi” dei bambini. Comportamenti che appunto hanno disturbato le persone presenti nel ristorante.

La multa in questione è stata pensata e fatta agli adulti che non si sarebbero dimostrati in grado di portare i loro figli ad evitare attività e gesti maleducati e disturbanti. I genitori hanno poi scoperto il tutto al momento del pagamento. A riportare la notizia è stato, tra i primi, il sito di Sky News, il quale ha riportato la recensione lasciata da un uomo sul sito del ristorante Toccoa Riveside, situato in Georgia, negli Usa.

Le proteste dei genitori

Ad opporsi subito al pagamento di questa multa da 50 dollari sono stati le madri e i padri stessi. Essi hanno rilasciato commenti e recensioni particolarmente negative sui canali web e social del locale americano. Hanno ha accusato i gestori del ristorante di aver proceduto in maniera sbagliata e scorretta.

Un uomo, come riportato da Sky News, ha lasciato una recensione online, nella quale ha spiegato che dopo aver consumato il pasto, il proprietario si è presentato al tavolo dove si trovava lui con la sua famiglia. A questo punto gli ha riferito che avrebbe aggiunto 50 dollari sul conto finale a causa del comportamento dei suoi figli.

Il cliente però ha riferito che i suoi bambini avrebbero “guardato un tablet” fino all’arrivo del cibo. Avrebbero poi fatto la loro consumazione senza disturbare nessuno. Poi la madre e moglie dell’uomo avrebbe portato fuori i bambini, una volta finito. Secondo i gestori del locale invece i figli di questa coppia avrebbero tenuto un volume molto alto della loro voce e si sarebbero messi a correre fuori dal ristorante.

Ma questa non è l’unica recensione negativa per il Toccoa Riveside. Una mamma sul web ha invitato tutti i possibili e potenziali clienti del locale americano ad evitare di recarsi in questo posto. La signora ha raccontato che il proprietario avrebbe fatto una sceneggiata all’interno del ristorante, davanti agli altri clienti, a lei e alla sua famiglia.

Il motivo? Secondo il proprietario, i bambini stavano correndo per il ristorante e stavano disturbando. La donna nella sua recensione ha affermato che l’uomo l’avrebbe accusata di essere “un cattivo genitore non in grado di gestire i propri figli”.

La replica del ristorante

Il locale, per il momento, non ha rilasciato nessuna dichiarazione ufficiale in merito. Però un dipendente, interrogato da un giornalista su quello che era successo, ha risposto con un secco “no comment” su una “politica in vigore da anni al Toccoa Riveside”.

La questione, come dicevamo prima, riguarda un po’ tutti i Paesi del mondo. A questo proposito ricordiamo che, come ha riferito il giornalista, scrittore ed esperto di galateo Nicola Santini a Radio Cusano Campus, “non esistono bambini maleducati, ma genitori che non sanno educare”.