Con una mossa “a sorpresa” il Governo ha pubblicato, nella giornata di lunedì 21 agosto 2023, in Gazzetta ufficiale, un decreto che, di fatto, restringe l’uso della cannabis light in Italia. In particolare è stata revocata la sospensione di un documento pubblico risalente al primo ottobre 2020. Quindi? Che cosa succede adesso. Che cosa cambia? Scopriamolo subito e rispondiamo a tutte queste domande.

Nuova decisione sulla cannabis light: cosa cambia

Il 21 agosto 2023 il ministero della Salute ha revocato la sospensione di un decreto che inseriva all’interno della tabella dei medicinali allegata al testo unico sugli stupefacenti, le “composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo (Cbd) ottenuto da estratti di cannabis”.

Con tale eliminazione ci saranno diversi cambiamenti per quanto riguarda il settore della cannabis light. Essa entrerà definitivamente in vigore entro 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta. Dunque, facendo due calcoli, sarà effettiva a partire dal 22 settembre 2023.

Quello che il Governo Meloni ha sostanzialmente fatto con questa decisione è stato di considerare il Cbd, o meglio, le preparazioni ad uso orale a base di Cdb, come un vero e proprio stupefacente. In questo modo dunque, di conseguenza, viene dichiarato illecito qualsiasi utilizzo che non sia farmacologico degli estratti di cannabis.

Sono comprese in tutto questo discorso anche le destinazioni concesse dalla normativa italiana europea sulla canapa come l’uso della cannabis light o Cbd per la preparazione di alcuni cibi, alimenti, bevande e oli.

Al momento nelle farmacie del nostro Paese vengono regolarmente e legalmente presentati e venduti diversi tipi di composti a base di Cbd (il quale è diverso dal Thc, che presenta un altro tipo di effetto) per curare determinate malattie e sempre sotto prescrizione medica.

I prodotti sono poi venduti, con concentrazioni ben inferiori, anche in shop, nelle erboristerie e nei tabaccai. In questo caso la maggior parte delle volte vengono utilizzati per favorire il riposo, il sonno, il rilassamento. Oppure sono usati anche per diminuire l’ansia e gli attacchi di panico.

Le nuove disposizioni: cosa succede

Le nuove regole imposte con quest’ultima decisione del Governo Meloni mirano, come spiega lo stesso ministero della Salute, non a vietare la sostanza, bensì regolamentarla. In questo modo, in ogni caso, si restringono le possibilità di acquistare cannabis light in Italia.

Dal 22 settembre non si potranno più vendere nei negozi i prodotti alimentari a base di cannabidiolo. Il Cdb rientra, con il decreto del Ministro della Salute Orazio Schillaci, nell’elenco delle sostanze stupefacenti.In quanto tale potrà essere venduta solamente in farmacia.

Per il momento, come ricorda il giornale La Repubblica, la cannabis light da fumare (ovvero quella che contiene Cbd ma non Thc) rimane disponibile alla vendita. Ciò comunque, considerata la linea dell’attuale Governo, potrebbe durare ancora per poco tempo.

Le reazioni

Non sono state poche le polemiche suscitate da questa decisione. L’associazione Federcanapa, non appena ha appreso la notizia, ha pubblicato una nota che inizia così, con queste parole:

Il ministero della Salute ha riesumato un assurdo provvedimento sulla canapa emesso 3 anni fa dall’allora ministro Speranza. Tanto assurdo che decise di sospenderlo a meno di un mese dalla sua emanazione.

I membri dell’associazione parlano di un qualcosa di sorprendente dal momento che il Cdb non ha un effetto stupefacente. Ad arrivare a questa conclusione era stata non solo una commissione istituita per tale valutazione di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma anche una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che risale al 2020.

Dunque, concludono i membri di Federcanapa

La decisione del ministero e del Governo è tanto più illogica in quanto non potrà impedire la libera circolazione in Italia di alimenti e cosmetici al Cbd prodotti legalmente in altri Paesi europei ed è destinata a danneggiare unicamente i produttori nazionali.