Processo sulla trattativa Stato-Mafia. Il cacciatore di mafiosi Alfonso Sabella, magistrato, è intervenuto stamattina ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso di ECG per dire la sua sulla scelta di Totò Riina di rispondere alle domande dei pm: “La scelta di Riina nell’ambito del processo sulla trattativa Stato-Mafia? Attenzione ai messaggi troppo espliciti che Totò Riina potrebbe scegliere di inviare”, ha detto Sabella
Sabella ha detto la sua sulla decisione di Riina, che risponderà alle domande dei Pm nel processo sulla trattativa Stato-Mafia: “Questa è una banalissima scelta processuale di un imputato che decide consultandosi con i suoi avvocati di rispondere. Non diamogli un significato epico, evitiamo di pensare che si tratti del testamento spirituale del boss dei boss o che Riina voglia riconoscere lo Stato e parlare con lui. I mafiosi conoscono lo Stato, per lo Stato procuravano pacchetti di voti, con lo Stato facevano affari oppure ne ammazzavano gli uomini migliori quando lo Stato mostrava i muscoli. Ricordiamoci poi che Riina ha una scarsissima credibilità soggettiva, non è affidabile, non ha mai dato prova in passato di aver detto la verità, ha sempre negato le sue responsabilità ed è sommerso da una montagna di ergastoli”.
Sul rischio che Riina possa lanciare dei messaggi in codice: “C’è il rischio, ma è nelle logiche processuali. Nel nostro ordinamento per esempio è consentito all’imputato anche di mentire, un diritto che gli è riconosciuto dalla legge. E’ chiaro che Riina qualcosa la dirà, qualche messaggio lo manderà, quelli più criptici e quelli più chiari. Io diffiderei di quelli chiari, mi concentrerei su quelli criptici, messaggi che solo gli addetti ai lavori potranno capire, messaggi che non saranno leggibili da tutti”.
Riina emesse verso Sabella una condanna a morte: “Fu quando arrestai il figlio Giovanni per tre omicidi, ormai tanto tempo fa. L’ultima volta che ho visto Riina è stato tre anni fa, ho fatto una visita al carcere di Opera, lui stava facendo l’ora d’aria, io diedi un’occhiata perché dovevamo fare delle modifiche strutturali. Lui mi riconobbe, sembrava un pensionato, disse all’uomo con cui stava facendo la socialità che ero andato a vedere la scimmia dentro la gabbia. Riina è molto lucido, altrimenti il processo sarebbe stato sospeso”.
Secondo Sabella non non c’è nessuna possibilità che a Riina arrivi qualche caffè avvelenato in carcere: “Non credo che ci sia questo rischio, se uno vuole collaborare con la giustizia non lo fa certamente in una condizione tale. Riina è troppo esperto e capace per non sapere certe cose, escludo che qualcuno possa aver paura delle dichiarazioni di Riina rese in questo contesto e in questo modo, anche perché la credibilità di Riina è ai minimi termini. Non ha mai dato prova di affidabilità e credibilità. Ho paura che se per caso dovesse sparare fango su qualcuno le sue dichiarazioni finiscano sui titoli di ogni telegiornale. Bisogna stare attenti ai messaggi che sembreranno troppo espliciti”.