Basket Serie A1: l’analisi del primo mese di campionato. In vetta Milano e Venezia

 

Radio Cusano Campus va a canestro con Paolo Iannuccelli, grande appassionato e sapiente lettore delle vicende agonistiche, tecniche e tattiche, del mondo della palla a spicchi. Con lui abbiamo analizzato il primo mese della Serie A1 maschile, anche in vista di due grandissime sfide nel prossimo week-end: Avellino che riceve e aspetta al varco una Trento fin qui insufficiente, e Torino, che misura Milano, una delle due battistrada a punteggio pieno, con la Reyer Venezia.

L’EA7 Milano ha quasi tutto il roster fatto di titolari, 12 giocatori di livello, ma anche le altre rivali sono partite piuttosto bene. Qual è il tuo pensiero, su questo avvio di campionato?

“Milano sembra meglio, anche dell’anno scorso. Tutte vittorie in campionato ed in Coppa dei Campioni ha perso solo con il Real Madrid, in casa, ma ci può stare, visto il valore della squadra incontrata. Venezia, con Tonut, ha un ottimo giocatore italiano: Torino ha Larry Brown in panchina, che anche a 79 anni è una garanzia, personaggio di rilievo, che ha vinto tanto, negli Stati Uniti. Come lo è Meo Sacchetti, per Cremona. Trento è la delusione, è ancora a zero. La squadra di Coach Buscaglia, forse, perché è stata fin troppo sorprendente, arrivando a due finali consecutive per lo scudetto giocate e perse. Adesso gioca in Coppa a Valencia: è una squadra che fin qui ha deluso”.

Delle altre realtà il popolare collega e tecnico di Basket, dice: “Mentre Brescia ha perso sempre, invece, sul filo di lana, una volta per un punto, una volta per due, una volta per tre. Può riprendersi, anche con Pesenko, il pivot preso da Avellino, come sapete: gli saprà dare più peso, sotto canestro. Pistoia anche è in crisi: difesa allegra, squadra che va per conto suo: ho visto la partita con Brindisi e non mi è piaciuta per niente. C’è parecchio da lavorare. Poi fammi spendere due parole in favore di Marco Calvani, che è finito nel ciclone di un presunto caso di doping. Non credo ci sia da dubitare, sul piano del comportamento etico: gli va data tutta la solidarietà, da parte degli sportivi”.

Non prendo mai le difese di nessuno, a priori. Con Calvani, mi sento però di dire che non ci sono dubbi, sulla moralità dell’uomo, che conosco dai tempi della Virtus Roma.

“Date le indagini è stato costretto alle dimissioni e credo che Scafati abbia fatto di tutto per trattenerlo”.

Qualche settimana fa è intervenuto Dan Peterson e ci ha detto, che il fatto di giocare in Europa, per molte formazioni italiane, addirittura 8, quest’anno, è un fattore di crescita importante sia societario che per i cestisti.
“Certo. Giocare in paesi molto forti cestisticamente parlando, è fondamentale.

Lo è anche per i giovani, che vengono inseriti, magari quando si vince o si perde di parecchi punti”.

A memoria, non ricordo 8 partecipazioni europee, per le squadre di Serie A1!
“Non è mai successo, anche se ovviamente abbiamo vinto tanto, con Cantù, Varese, Milano e Bologna. Purtroppo si gioca in mezzo alla settimana e spesso i palazzetti non sono pienissimi. Bel segnale, in questo senso, i 10000 spettatori presenti a Milano-Real Madrid. Anche la RAI aiuta, trasmettendo le partite in televisione”.
Provocazione, sempre nel rispetto della città e della squadra. Come mai Bologna va così male?

“Soprattutto nella sconfitta casalinga con Cremona, la cosa fa pensare. Ancora non è entrata nel campionato e secondo me la squadra va potenziata. Lo meritano la piazza e la città”.

Non ti sfuggirà, da attento analista, che Sacchetti ha una squadra di soli 10 giocatori. Secondo te perché?

“Portannese che viene da Latina, è un giocatore interessante e adesso, tra l’altro, può giocare con la nazionale svizzera, prendendo la cittadinanza. Anche a Sassari, Sacchetti fece così, Meo Sacchetti. A Cremona giocano senza pressioni, non come Bologna. Cantù è invece una sorpresa: Mitchell un tiratore eccezionale e Pashutin, scelta azzeccata, un grande tecnico come è stato, del resto, un gran giocatore”.

Si è portato, oltre a degli italiani, giocatori di livello stranieri.
“Sono allenatori che utilizzano anche le seconde linee, dando loro importanza. Dicono che Cantù-Reggio Emilia sia stata una delle più belle partite degli ultimi anni. Basket moderno, di velocità, corsa e tiro”.

Su 12 giocatori, 6 sono italiani, tra l’altro…

“Pashutin è stato un grande giocatore e un grande allenatore. Aspettiamo anche la costruzione del nuovo palazzetto perché ora giocano a Desio. E portare, come nella passata edizione della Serie A, 4000-4500 da Cantù a Desio, che è Milano, non è una cosa semplice. Quando la squadra merita, a Cantù la seguono molto. Spesso hanno passato situazioni difficili e si sono risollevati”.

Finiamo con Varese, allenata da Attilio Caja. Molti italiani anche qui, e un buon inizio. C’è bisogno di Varese, a certi livelli!?

“Sono realtà che si stanno riprendendo e quest’anno il campionato è migliore, dell’anno scorso, sul piano tecnico. Varese gioca in modo vivace e divertente. Credo, che infatti, la forza del campionato italiano, siano proprio gli allenatori”.

 

Foto tratta dal sito www.olimpiamilano.com (gara contro Pesaro).

Il testo è stato raccolto da Radio Cusano Campus da Giulio Dionisi.