Asgardia, la “prima nazione dello spazio”, ha anche un presidente. E’ Igor Ashurbeyli, scienziato e miliardario russo fondatore dell’Aerospace International Research Center che ha indossato la Gran collana e giurato nell’antico palazzo imperiale di Hofsburg.

I cittadini si sono iscritti online e pagano una tassa annuale di cento euro in caso di disastri ambientali

Fisicamente, Asgardia è una scatola orbitante grande come una confezione di latte. Sul piano simbolico, però, è molto di più. Deve il suo nome a una mitologica città celeste, abitata dai norreni, protagonisti delle leggende di Odino e Thor. Soprattutto, Asgardia ha già 203mila cittadini. Iscritti online, pagano una tassa annuale di cento euro immaginando un rifugio dove trovare scampo in caso di disastri ambientali e climatici. Il lancio, da una base della Nasa in Virginia, risale al 12 novembre 2017. In orbita il satellite porta mezzo terabyte di dati, con i riferimenti anagrafici degli “asgardiani”, il testo della Costituzione e la musica dell’inno nazionale.

Lo scopo di Asgardia sarà quello di proteggere la terra e creare una base di conoscenza libera

Ashurbeyli, il neopresidente, ha alle spalle una carriera da manager nell’industria russa della difesa e all’attivo una medaglia d’onore dell’Unesco per le ricerche sui dispositivi microelettronici e le nanotecnologie. Oggi lo scienziato assicura di voler “garantire un uso pacifico dello spazio, proteggere la Terra e creare una base di conoscenza smilitarizzata e libera”. Nel palazzo imperiale di Hofsburg, il 25 giugno, è stato preannunciato un Consiglio dei ministri e anche l’adozione di una criptomoneta. A utilizzarla potranno essere solo gli “asgardiani”, originari di cinque continenti, dall’Africa all’Oceania, passando per Stati Uniti (26mila), Turchia (22mila), Russia (5mila) e Italia (4mila). Insieme, costituiscono il nucleo di una possibile nuova civiltà. Rigorosamente senza confini.

                                                                                                                                                                                Fonte DIRE