Antonello Riva il Nembo Kid di Cantù

e dell’Italia Campione d’Europa 1983

 

Antonello Riva è uno dei simboli della pallacanestro italiana in tutta Europa, per il talento e i punti realizzati, d’accordo, ma anche per la longevità.

Nato a Lecco il 28 febbraio 1962 ha da poco compiuto 56 anni.

Sul campo ha rappresentato la Pallacanestro Cantù capace di arrivare sul tetto del Vecchio Continente e di imporsi anche in casa nostra.

Riva ha fatto parte di quella meravigliosa Italia d’oro alla rassegna europea di Nantes nel 1983, quella capace di spazzare la Spagna in finale fatta dei grandissimi Corbalan, San Epifanio. La nostra era la squadra nazionale allenata da Sandro Gamba, quello che ha preso in mano l’Italia dopo Giancarlo Primo, per meglio intenderci.

Giocatore muscolare e dalla grande prestanza atletica, Antonello Riva è stato uno dei più efficaci tiratori dalla media e dalla lunga distanza. Ancora oggi il record di punti del campionato di Serie A è suo.

I ruoli che ha rivestito sono quello della guardia tiratrice, e quando era occorrente, dell’ala piccola.

Il suo soprannome è Nembo Kid, come uno di quegli eroi capaci di arrivare, negli appuntamenti importanti, al momento giusto.

Ha cominciato a Rovagnate, comune lombardo che oggi si chiama La Valletta Brianza. E come tutti quelli che fanno il settore giovanile nel 1975 passa dalla Prima Divisione, vincendola. Poi passa nel vivaio della Pallacanestro Cantù, che lo fa esordire in Serie A nella stagione 1977-78, a soli 16 anni. Un record assoluto.

I trionfi arriveranno presto, in una delle culle del basket italiano. Infatti Cantù vince una Coppa delle Coppe con Valerio Bianchini allenatore nel 1979 e nel 1981, anno in cui la squadra canturina è Campione d’Italia. Da quello scudetto Cantù vince una Coppa dei Campioni sempre con Bianchini in panchina, e l’anno dopo, quando gli succede Giancarlo Primo, fresco di 11 anni passati in Nazionale.

Cantù parte alla volta della Coppa Intercontinentale sicura di conquistare il mondo, e così va: è il club campione assoluto. Al di sopra ci sarebbe soltanto l’NBA, che, pur piena di talenti, non era imprendibile come lo sarebbe diventata dalla metà degli anni 80 in poi con Larry Bird e Magic Johnson.

Antonello Riva resta a Cantù fino al 1989, quando va a Milano, e con l’Olimpia nell’aprile del 1992 arriva fino alla Final Four di Coppa Campioni a Istanbul dove perde in semifinale dal Partizan Belgrado. Squadra che poi diverrà campione d’Europa con un tiro di Aleksandr Djordjevic da metà campo a 3 secondi dalla fine.

Riva e Milano si consoleranno nel 1993 vincendo la Coppa Radivoje Korac, che era la Coppa Uefa della Pallacanestro.

Nel 1994 Riva passa alla Scavolini Pesaro senza grandissimi acuti, per poi diventare la bocca da fuoco della Pallacanestro Gorizia. Dove arriva nel 1996 e nel 1998 conquista la promozione in Serie A1.

Nel 1998 Nembo Kid al secolo Antonello Riva già Campione d’Europa 1983 con l’Italia, torna a Cantù dove gioca fino alla fine del torneo di Serie A 2001-2002.

In mezzo il 10 aprile 2000 in occasione della partita giocata in casa della Viola Reggio Calabria, toglie il record di punti segnati in Serie A a un certo Oscar, che in Italia ha contribuito a portare tra le grandi Caserta. Il brasiliano aveva segnato 13693 punti, l’eterno giovanotto di Lecco sarebbe arrivato a 14397. Ancora oggi record imprendibile, per chiunque.

In mezzo siamo nell’estate del 2002, Riva va alla Sebastiani Basket Rieti, in Serie B d’Eccellenza, guidata da un antico timoniere delle panchine italiane, Tonino Zorzi. Sarebbe stato un ritorno tra le grandi del basket italiano, per una piazza appassionato quale è sempre stata quella reatina. Infatti l’antica Sebastiani, che negli anni 80 vinse la Coppa Korac, vince la Coppa Italia di Lega e ottiene la Promozione in Serie A2 nel 2003-2004.

Nella nuova stagione Antonello Riva gioca solo 8 partite l’ultima delle quali il 21 novembre 2004 dando l’addio al basket giocato. Ha militato in Serie A praticamente dal 1977-78 al 2004, per quattro decenni. Meglio di lui ha fatto soltanto il suo ex capitano, Pierluigi Marzorati, tornato in campo a 54 anni un minuto e mezzo per essere l’unico al mondo ad aver giocato in 5 decenni differenti nella più importante categoria.

Antonello Riva sarebbe diventato, di lì in poi, il general manager della Nuova Sebastiani Basket Rieti. Che quell’anno è andata a un passo dai play-off di Serie A1.

Riva avrebbe continuato a giocare nel campionato nazionale della UISP, Unione Italiana Sport per Tutti, con la Avens Basket Rieti.

Lui da dirigente avrebbe guidato dalla scrivania Veroli, altra realtà crescente del Lazio a livello nazionale. Poi nel giugno 2010 rileva Claudio Coldebella in qualità di direttore sportivo della Juve Caserta.

Poi nell’estate del 2011 Antonello Riva diventa gm della Virtus Roma e due anni dopo del Basket Barcellona in Sicilia.

Nel 2014, a 52 anni, accompagnato da un fisico sportivo e asciutto, Riva è tornato in campo in un torneo ufficiale, in Promozione con la Leopandrillo Cantù.

Il figlio di Antonello, Ivan, è anch’egli giocatore di Pallacanestro.

Parliamo adesso dell’Antonello Riva in azzurro. Con l’Italia ha giocato 206 volte, 9° nella classifica delle presenze. E’ primo tra i realizzatori, perché ha segnato 3775 punti, 930 in più del grandissimo Dino Meneghin.

Ed è il 1° di tutti per la quantità di punti segnati in azzurro in una singola partita, 46 contro la Svizzera a Forlì nel 1987. Tra i primi 10 incontri più prolifici per un solo giocatore lui è in graduatoria ben 6 volte.

Ma le gioie non si sarebbero limitate all’agonismo dell’età della maturità. Infatti il 2 agosto 2008 è Campione d’Europa con la nazionale azzurra Over 45 guidata dall’ex tecnico della Granarolo Bologna Alberto Bucci. In quella squadra c’era anche Marco Solfrini scomparso qualche giorno fa.

Nei club Antonello Riva ha vinto 1 campionato italiano, con Cantù, nel 1981, 2 Coppe dei Campioni, 3 Coppe delle Coppe, 1 Coppa Intercontinentale, sempre con Cantù. Poi una Korac a Milano.

Un oro agli Europei in Francia nel 1983 e un argento a Roma nel 1991 dietro alla grande e ultima edizione della Jugoslavia.