Il metodo famiglia felice, edito De Agostini, di Alberto Pellai e Barbara Tamborini, sua moglie, propone una serie di teorie per recuperare, in famiglia, un atmosfera distesa e di piacere. “Gli adulti, oggi, riproducono nella vita dei figli una disfunzione che riguarda la vita dei grandi, ovvero il dover eseguire tutto per il senso del dovere. E’ come dimenticassimo la dimensione del piacere”, ha detto il prof. Pellai. 

 

“Il metodo famiglia felice”: i contenuti

Il libro è un passaggio dalla teoria alla pratica, “fa vedere quali sono le aree fondamentali della vita dei figli che necessitano di essere attenzionate dai genitori, e che necessitano di un progetto educativo per fare bene. I pasti, il dopo cena, sono momenti cruciali di relazione che bisogna ridefinire, sono momenti dove la famiglia si riunisce, e vengono sprecati perché ci si mette dentro una quantità di cose che devono essere fatte, per abitudine”, ha aggiunto Alberto Pellai.

 

La dimensione dei genitori separati

Riuscire a mettere in pratica le teorie proposte in “Il metodo famiglia felice”, se si è separati, è più complicato. “In questo caso si interrompe una relazione, non la storia di genitori. E’ necessario, quindi, condividere un progetto educativo attenzionando le sei aree raccontate nel libro, e farlo in modo congiunto. Bisogna fornire ai bambini le stesse routine affettive, emotive, pure se si è separati. E’ necessario fornire loro una dimensione chiara che dimostri che i genitori sono alleati: questo fa sentire al sicuro e protetti i figli.”

Quanto dura la felicità?

Parafrasando la risposta che Totò diede alla Fallaci, durante un’intervista, la felicità durerebbe pochi istanti, è un attimo, un intervallo tra tanti altri momenti difficili. Quanto durano i momenti felici teorizzati in “Il metodo famiglia felice?” 

 

“Totò dice che la vita accade, e ha ragione. Viviamo in maniera diversa da come avevamo pensato, per questo bisognerebbe stare attenti a proporsi in maniera positiva, ottimista, proattiva, verso i figli. Il genitore non dovrebbe presentarsi ai figli con una faccia stremata, depressa, mai dire ‘lasciami stare, sono stanco’, nonostante oggi sia più complesso assolvere al ruolo di genitori rispetto al passato.”

 

Ascolta qui l’intervista integrale