Un bando scritto male e la ricerca perde fondi preziosi. Quando le migliori intenzioni non hanno la forza, il coraggio o la determinazione necessaria per tramutarsi in azioni, non resta che il rammarico per ciò che poteva essere e non è stato. Chiariamo sin da subito: qui l’occasione persa non aveva i contorni suggestivi dell’opportunità della vita che svanisce sotto al naso.

Il fine ultimo dell’operazione di cui si parla doveva essere aiutare la tanto bistratta ricerca di base, ma qualcosa è andato storto. I 45 milioni per 15mila finanziamenti a ricercatori e professori associati si sono drasticamente ridotti, allo stato attuale dei fatti la causa principale del flop dovrebbe essere rintracciata in un bando scritto male, con requisiti e criteri di partecipazione impossibili da presentare. Un anno dopo, le borse di studio sono diventate appena 9 mila. Soldi buttati e promesse al vento.

Radio Cusano Campus ha raggiunto telefonicamente Lorenzo Vendemiale, giornalista, che ha dedicato ampio spazio sulle pagine de Il Fatto Quotidiano, per spiegare cosa è andato storto e perché non si è riusciti a distribuire fondi (seppur pochi), soprattutto alla luce della drammatica condizione della ricerca in Italia.

Vendemiale, dei 15mila finanziamenti previsti ne sono stati erogati poco più di 9mila. Stesso discorso per i fondi: 45 i milioni a budget, di cui solo 28,5 utilizzati. Cosa è successo?

“E’ successo che per un bando scritto male si sono persi per strada circa il 35% dei finanziamenti previsti, rendendo impossibile l’assegnazione delle borse annunciate. Il provvedimento infatti, prevedeva una quota massima di assegnatari a prescindere del numero effettivo di partecipanti. In questo modo, solo una percentuale pari al 75% dei ricercatori e al 25% dei professori candidati avrebbe avuto diritto ai finanziamenti”.

Requisiti troppo rigidi che hanno portato ad un numero non preventivato di esclusi?

“Nell’annuncio pubblicato dall’Anvur, le domande sono state poco più di 17 mila e i vincitori previsti dovevano essere 15mila. In realtà gli assegnatari sono solamente 9 mila, con il risultato che gli esclusi sono molto di più di quanto preventivato. E il numero dei non beneficiari dei finanziamenti poteva essere molto di più, considerato che quelli che sono arrivati a pari merito in graduatoria hanno superato leggermente le soglie del 75% e 25%( sono state infatti 77,8% e 28,7%)”.

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