Lauree professionalizzanti, il decreto è finalmente divenuto legge. Il via libera giunge direttamente dal ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, con i nuovi percorsi accademici che debutteranno il prossimo anno accademico. Il provvedimento arriva al termine dei lavori fatti nei mesi scorsi da un’apposita cabina di regia convocata dal ministro, coordinata dal sottosegretario Gabriele Toccafondi, a cui ha preso parte anche il Consigliere Nazionale C.N.P.I. con delega alla formazione e all’Università Sergio Molinari.

Molinari è stato raggiunto dai microfoni di Open Day per commentare il risultato di un lavoro portato avanti nei mesi, in sinergia con tutti gli attori protagonisti del mondo dell’alta formazione:

«Il progetto a cui abbiamo lavorato in questi mesi nasce con il preciso scopo di permettere ai molti giovani interessati alla professione di avere un accesso più immediato al mondo del lavoro grazie a un livello di professionalità maggiore acquisito nel corso del percorso universitario. La realtà, infatti, è che i ragazzi che ora escono dagli istituti superiori non hanno le competenze sufficienti per affrontare un’attività lavorativa in modo completo e questo li porta a dover acquisire questa tipologia di competenze in una fase successiva, perdendo occasioni preziose. Ecco perché è necessario compiere un’opera di riallineamento tra quella che è la realtà e quelli che sono i percorsi formativi. Senza contare, poi che con la legge 89/2016 il processo di laurea triennale diviene indispensabile».

Le lauree triennali professionalizzanti si rivolgono, quindi, a una numerosa platea di generazioni di studenti.

«Per questi ultimi-ha proseguito Molinari-è necessario che le lauree siano funzionali all’immediato accesso alla professione non solo mediante la revisione dei corsi ma anche mediante l’inserimento di attività di tirocinio pratico presso gli studi professionali, le amministrazioni e le aziende secondo le esigenze del mondo del lavoro e secondo le necessità relative all’iscrizione all’albo. Da qui la necessità che le nuove lauree professionalizzanti abbiano il carattere abilitante, realizzato attraverso l’equiparazione della laurea all’esame di stato».

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