L’Onorevole Giorgio Airaudo di Sinistra Italiana, membro della Commissione Lavoro alla Camera, è intervenuto ai microfoni di “Legge o Giustizia” su Radio Cusano Campus per parlare dei lavoratori che, loro malgrado, saranno costretti a lavorare anche durante le festività natalizie.

Lavorare a Natale: I lavoratori ormai sono meno importanti delle merci. Serve chiudere per legge i negozi nelle festività.

“Siamo arrivato al punto in cui i lavoratori contano meno delle merci che si vendono. Per le merci si fa tutto, con i negozi sempre aperti, ed i lavoratori sempre disponibili ad un costo sempre più basso, per un lasso di tempo il più breve possibile. Serve ricostruire un rapporto di forza che dia la possibilità ai lavoratori di contrattare le proprie condizioni. Uno può anche lavorare il sabato, non sempre, ma almeno glielo devono pagare di più. Invece vengono ricattati, se non lavorano in certi giorni rischiano il licenziamento”.

A Natale e Santo Stefano molti Centri commerciali e negozi di abbigliamento, fai da te, mobilifici ecc saranno aperti

“Ci sono diverse proposte di legge che volevano vietare le aperture in giorni particolari – riprende Airaduo – bisognerebbe, contestualmente, imporre maggiori assunzioni. Se uno vuole rimanere aperto di più allora vuol dire che ha bisogno di più lavoratori. Questi ultimi non possono essere però ricattabili da contratti strani. Serve ricostruire l’articolo 18”. Lei è quindi d’accordo sul vietare, per legge, l’apertura dei negozi a Pasqua, primo maggio, Natale e simili? “Si, ci devono essere delle giornate nelle quali ci disintossichiamo dal consumo. Possiamo comprare il 23 o il 27 dicembre, non abbiamo la necessità di farlo il 25 dicembre, specialmente quando parliamo di generi voluttuari. Le vendite poi non aumentano in quelle giornate”.