Billie Jean King, donna, grande giocatrice di tennis, eroina secolare

per la lotta in favore dell’uguaglianza. “La battaglia dei sessi” al Cinema”

 

Oggi rendiamo onore a Billie Jean King, la prima donna che mediante il suo palese talento nel Tennis, riesce a perequare i diritti delle donne nei confronti dei più pagati uomini. La ribelle, la campionessa, quella che per la prima volta ha battuto un collega dell’altro sesso, vincendo con Bobby Riggs. Lo stesso tentativo, diversi anni dopo, lo avrebbe provato Martina Navratilova contro Jimmy Connors, perdendo con il grintoso Jimbo.

Billi Jean King è il simbolo del peso politico che le donne devono avere nella società civile americana, ben più bigotta di quella di altri paesi ritenuti indietro diversi anni. Non si può parlare di lei “solo” per le grandi imprese ottenute nel mondo del tennis, sarebbe riduttivo e quasi offensivo.

Figlia di una casalinga e di un vigile del fuoco, lei, che di cognome nasce come Moffitt, vide suo fratello diventare giocatore professionista di Baseball, nella Major League, in cui Randy giocò per ben 12 stagioni. Lei avrebbe conquistato 12 titoli individuali nel circuito del Grande Slam, i 5 tornei di tennis più famosi al mondo; ne avrebbe conquistati 16 nel doppio femminile e 11 nel doppio misto.

Ma oltre alla bravura, alla grinta, all’orgoglio, Billie Jean King, che oggi compie 74 anni, è stata probabilmente la più grande sostenitrice della lotta contro il sessismo nello sport e nella vita di tutti i giorni. Nel 1973 ha vissuto il momento più alto, nello Sport, per una donna, sconfiggendo il vincitore di Wimbledon, Bobby Riggs, che era stato numero 1 nel 1941 nel 46 e nel 47. Quella partita è passata alla storia come la “Battaglia dei sessi” e recentemente viene raccontata anche al cinema.

La vita privata registra il matrimonio con il neo-avvocato Lawrence King il 17 settembre del 65, dal quale divorzierà 22 anni dopo. In mezzo un aborto, nel 71, perché i due non erano pronti a dedicare tempo ai bambini. Lei, in quell’anno, inizia una relazione intima con la segretaria, Marilyn Barnett, che emergerà 10 anni dopo. Fu la prima atleta statunitense a riconoscere in pubblico di aver intrattenuto una relazione omosessuale, coraggiosa anche in questo, nella bigotta società civile degli Stati Uniti. In un programma della PBS il 20 marzo 2005 dichiarò che l’affermazione del proprio orientamento sessuale è stata la lotta più grande della sua vita. Accadde diversi prima della stessa dichiarazione fatta dalla più serena Martina Navratilova.

Mai doma di carattere non ha mai smesso di lottare e lo fa ancora oggi. Ma per far rispettare il gentil sesso fondò la Women’s Tennis Association, più nota dappertutto come WTA. Convinta com’era che il Tennis fosse diventato troppo elitario, e com’era che non fosse giusto, vedere i maschi guadagnare tanti soldoni di fronte agli spiccioli riservati alle donne. Fu la prima a superare i 100.000 dollari, lei che insegnava tennis alle coetanee mentre studiava alla California State University. Ma soprattutto ad aprire alle donne la via del professionismo e della considerazione che le federazioni di tutto il mondo avrebbero dovuto riservare, senza riferirsi, per emolumenti e premi, al sesso. Nel 1965 si sposò il Dott. King, appena laureato in Giurisprudenza. Nel 66 vinse il primo di 6 tornei singolari sulla pregiata erba di Wimbledon.

Ma la battaglia era ancora dura, da conquistare e vincere. Nel 72 vinse gli US Open ricevendo 15.000 dollari in meno del campione maschile, Ilie Nastase. Disse che non avrebbe partecipato, l’anno dopo. E invece la accontentarono, e fu quello, il primo torneo a trattare in modo eguale donne e uomini.

Aggressiva e tra le prime a scendere a rete con una certa regolarità, Billie Jean King ha partecipato a 51 tornei del Grande Slam in singolare dal 1959 al 1983 vincendone 12 titoli dello Slam in singolare: 6 a Wimbledon, 4 agli U.S. Open, 1 al Roland Garros e 1 agli Australian Open. Vinse inoltre le ultime 7 finali del Grande Slam a cui aveva partecipato.

Nel 1972 la King divenne il primo giocatore di tennis ad essere nominato Sports Illustrated Sportsman Of The Year.

Nel 1975 per comprendere bene la sua popolarità, va ricordato che il noto periodico Seventeen fa un sondaggio: Billie Jean King è la donna più votata dai lettori: il paragone è la seconda classificata, Golda Meir, primo ministro d’Israele fino all’anno prima.

Strada facendo i riconoscimenti arrivano anche dopo il termine della carriera agonistica. Nel 1987 viene inserita nella International Hall of Fame. Nel 1990 la celebre rivista LIFE la nomina tra i 100 più importanti Americani del 20° Secolo.

Il 28 agosto 2006 il Centro Nazionale del Tennis a Flushing Meadows Corona Park le viene intitolato. E tra quelli che fanno il discorso di glorificazione del suo talento tennistico e dell’impegno sociale in favore delle donne, ci sono John McEnroe, Chris Evert, Jimmy Connors e Venus Williams.

Il centro sportivo federale rappresenta il più grande impianto sportivo intitolato a una donna.

Da allenatrice fu il capitano che vinse la Fed Cup nel 1996 e conquistò anche l’oro olimpico con in campo Lindsay Davenport, Gigi Fernandez e Mary Joe Fernandez.

Tra le sue amicizie più celebri quella con il cantante Elton John, con cui ha condiviso le battaglie in favore dei diritti di chi sceglie di amare una persona dello stesso sesso; e il popolare cantautore britannico gli ha tributato una canzone sentita e impegnata del livello di “Philadelphia Freedom”!

In un’America per ampie zone rimasta al Medio Evo la King ha spalancato non una porta ma il portone, alla serena libertà di pensiero, da donna, in favore delle donne, prima delle sue scelte personali.