I genitori sociali: qual è la funzione oggi, e come vengono formati? Ne abbiamo parlato a #genitorisidiventa con Giulia Savarese, il Garante dell’Infanzia e Adolescenza della Regione Lazio Jacopo Marzetti, e Titti Di Salvo, vicepresidente del PD alla Camera dei Deputati. Di seguito alcune delle dichiarazioni rilasciate dagli ospiti.

Com’è strutturato il corso?

“Questo corso dura trenta ore ed è suddiviso in tre moduli: uno di tipo socio-demografico, in cui vengono approfonditi gli aspetti della nuova emergenza migratoria (la caratteristica di questi minori è l’età), e la procedura in generale all’arrivo è il processo di presa in carico; poi c’è un modulo giuridico e dobbiamo fare ancora il modulo psicologico”, ha affermato Giulia Savarese sociologa politica.

E’ giusto utilizzare il termine “genitore sociale”, se tra l’adulto e il minore non c’è nessun rapporto di filiazione?

“Non è un rapporto di famiglia, non c’è convivenza, è una forma di solidarietà sociale che va a coprire un ruolo di responsabilità. I genitori sono altrove. Loro vivono soli, da noi e non hanno una figura di responsabilità genitoriale”, ha aggiunto la Savarese specificando il tipo di rapporto esistente tra adulti e minori.

Quali sono le caratteristiche dei minori migranti?

“Questi ragazzi vengono da varie parti del mondo, ognuno ha delle caratteristiche diverse. Molti di loro conoscono l’italiano, hanno voglia d’integrarsi e collaborare con i loro tutor. La legge si riferisce al tutore, il nome di “genitore sociale” è stato coniato dai giornali”, ha specificato Jacopo Marzetti.

I genitori sociali incuriosiscono. Da Nord a Sud, single, professionisti e adulti già a capo di altre famiglie hanno scelto di seguire i corsi per diventare tutor. Esiste un’Italia accogliente e pronta ad integrare che non è possibile ignorare. “I tutor devono essere nati in Italia, avere almeno 25 anni, e non avere procedimenti penali in corso. Molto spesso questi ragazzi provengono realtà difficili e sono privi di riferimenti”, ha detto Titti Di Salvo.

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