DI BIASI, GIOCHI OLIMPICI MA

GIOCHI SERI, E AUREI!

La nostra bussola sportiva si dirige verso il mondo delle piscine e più esattamente nel pianeta dei TUFFI. Il 6 ottobre 1947 è nato uno dei più grandi atleti d’Italia, Klaus Di Biasi, campione olimpico nella piattaforma per tre edizioni consecutive dei Giochi Olimpici: vinse nel 1968, a Città del Messico, nel 1972 a Monaco di Baviera, e nel 1976, a Montreal.

Venne alla luce nel Tirolo, a Solbad Hall e il padre Carlo è stato più volte campione italiano. Klaus ne ha seguito le gesta vincendo sia dall’alto della piattaforma sia dal trampolino.

Con un fisico da antico eroe greco dello Sport, la sua qualità migliore è stata rappresentata dalla cura dei dettagli tanto in allenamento quanto in gara, con l’entrata in acqua capace di produrre pochi schizzi e quindi così è stato facile convincere i giudici della bontà del gesto tecnico ed atletico.

Il primo successo che pose all’attenzione degli appassionati di Tuffi Klaus Di Biasi arrivò a 16 anni ancora non compiuti, quando clamorosamente vinse dai 10 metri la Medaglia d’Oro alla IV Edizione dei Giochi del Mediterraneo. La prima Olimpiade la visse nel 1964 a Tokyo, dove ottenne la Medaglia d’Argento.

Nel 1968 si è ripetuto a eccelsi livelli, perché vince dai 10 metri la Medaglia d’Oro alle Olimpiadi in Messico e, nella stessa circostanza, conquista l’Argento nei 3 metri, quindi dal trampolino.

Riviviamo con la calda voce di Alfredo Provenzali quell’impresa raccolta dagli archivi di Radio Rai. Il link: https://www.youtube.com/watch?v=AfoQNK1ovA8

Si ripete, ed è l’unico, con Valentina Vezzali Scherma, a Monaco nel 72 e in Canada, a Montreal, nel 76, quando riceve il massimo, per un atleta, essendo l’alfiere portabandiera della squadra italiana nella cerimonia d’apertura. In quell’occasione realizza 600 punti che è record mondiale e olimpico, capace di resistere.

Il suo avversario più forte Di Biasi ce l’aveva dentro casa, un amico, oltre a un concorrente, Giorgio Cagnotto, papà di Tania, che ne avrebbe seguito le orme. Poi fu la volta del giovanissimo Greg Louganis, statunitense di chiare origini elleniche, che raccolse l’eredità di Di Biasi nel 1977 quando Klaus, italiano del Tirolo, lasciò le gare per fare da tecnico.

Tra l’acqua e il bordovasca mette insieme un curriculum meraviglioso, fuori dal comune: dopo l’attività agonistica, infatti, è stato l’allenatore dell’Italia dei Tuffi a Mosca 1980, a Los Angeles 84, a Seoul nell’88 e ad Atlanta nel 96. Poi viene nominato direttore generale della spedizione del 2004 ad Atene e 4 anni dopo a Pechino, quindi dirigente responsabile a Londra 2012, in occasione di quella che è stata la sua 11esima presenza olimpica.

Nel 2000 Di Biasi diventa consigliere nella Federazione Italiana Nuoto, e nel 2006 è stato il portabandiera nel corso della Cerimonia di Chiusura a Torino, in occasione dei XX Giochi Olimpici Invernali.

A oggi è ancora membro della Commissione Tecnica per i tuffi nella LEN Lega Europea di Nuoto e della Federazione Internazionale di Nuoto.

I suoi riconoscimenti sono degni di una leggenda: Medaglia d’Oro al Valore Atletico; Collare d’Oro del CONI al Merito Sportivo. E Commendatore della Repubblica. Un campione di impegno, tenacia, votato al sacrificio, tanto da atleta quanto da istruttore e poi da dirigente. Una meravigliosa parabola.