Il propanololo è un comune farmaco low cost, un betabloccante, usato normalemtente come antidepressivo, al quale si potrebbe affidare anche un altro compito, bloccare la crescita del melanoma.

Propranolo: il farmaco che potrebbe bloccare la crescita di un tumore alla pelle

A svelare l’innovativa scoperta è un team di scienziati, ovvero uno studio italiano, condotto all’Università di Firenze  e dall’Azienda sanitaria Toscana Centro. La pubblicazione da Jama Oncology,  probabilmente aprirà la strada all’utilizzo di questa terapia sui tumori

“In pratica ci siamo accorti che avevamo pazienti ‘long survivors’ con melanomi molto aggressivi – spiega Vincenzo De Giorgi del Dipartimento di Scienze Dermatologiche Università degli Studi di Firenze, primo autore dello studio tutto italiano – e abbiamo notato che tutti avevano ipertensione e altre patologie per cui sono indicati i farmaci beta bloccanti. Per avere una conferma abbiamo iniziato ad usare questo farmaco su diversi pazienti una volta scoperto il tumore, e abbiamo visto che la progressione del melanoma si riduce dell’80% senza effetti collaterali”.

Lo studio è stato condotto su 53 pazienti, di età media 63 anni. Tra questi, 19 sono stati trattati con propranololo. Il risultato è che nel 41,2% dei malati che non avevano assunto il farmaco è stata osservata una progressione della malattia, contro il 15,8% che aveva invece assunto il betabloccante.

“Ora inizieremo un esperimento in doppio cieco per avere un dato più forte ma questo studio è molto promettente – conferma De Giorgi – al punto che altri gruppi stanno studiando il possibile effetto dei beta bloccanti su diversi tumori”.

Due sono le ipotesi sul meccanismo di questifarmaci, spiega ancora De Giorgi

”Una è legata allo stress a cui sono sottoposti i pazienti, che provoca il rilascio di adrenalina che favorisce la comparsa dei tumori, e i cui recettori sono bloccati dal propanololo. Inoltre questa classe di farmaci va ad impedire la vascolarizzazione del tumore, una condizione necessaria per la crescita. Il risultato è che il tumore diventa una malattia cronica, per cui si e’ necessario utilizzare il betabloccante per un lungo periodo ma senza gli effetti negativi dei farmaci biologici”.