Gigi su Charlie Gard è tutto da ascoltare, L’Onorevole di fede cristiana ha espresso un concetto molto forte sulle ragioni di una decisione così drastica circa il destino dello sfortunato bambino. Il politico lo ha espresso quando è intervenuto ai microfoni di “Legge o Giustizia” condotto da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus, la radio dell’università Niccolò Cusano. Ecco cos’ha detto di rilevante.

Gigli su Charlie Gard? Il politico ha detto al sua sul tema di scottante attualità durante il suo intervento per parlare della vicenda del piccolo inglese. Ecco i passaggi clou della sua intervista su Radio Cusano Campus:

Circa la situazione attuale:

“Qualcosa si poteva fare prima, è difficile dire in che termini avrebbe avuto efficacia la cura sperimentale – dice Gigli – è sembrato ci fosse una migliore situazione a livello celebrare che muscolare. Qui si sono persi mesi preziosi che si sono rivelati determinanti. Nelle more della controversia legale sono passati sei-sette mesi e tutto questo non è stato senza ricadute”.

Su quale sia il vero problema secondo Gigli su Charlie Gard:

“Non è se il bambino fosse o meno curabile. Il punto è se un bambino, seppur gravemente disabile, abbia diritto a vivere  oppure se era meglio per lui uscire dalla scena di questo mondo. Il resto è contorno. Ci sono tantissimi disabili che non hanno nessuna possibilità di cura: che cosa ne dobbiamo fare di queste persone”.

Sul fatto che molti hanno criticato i genitori che avrebbero gettato la spugna:

“Non mi sento di dire nulla ai genitori. Credo ci sia stata una delusione quando gli specialisti hanno detto loro che non si può più fare nulla. Per mesi sono stati oggetto di critiche e processi. Come si può attaccarli? Qui il problema è di diritti umani. Solitamente un giudice interviene se un genitore non tutela o cura il minore. Qui è accaduto l’opposto. Avevamo dei genitori che stavano cercando di curare il bambino ed un ospedale che si è permesso di attivare una chiamata ad un giudice tutelare affinché fossero tolte le cure al piccolo. Bisogna ringraziare l’eroismo di questa famiglia e di questo bambino perché ha costretto tutto il mondo a vedere. Non è stata la famiglia a dare il benestare per scrivere la parola fine. Questo è un dovere di morire imposto da un tribunale e dai medici. Rimane che il bambino non morirà per la sua malattia ma verrà fatto morire perché si interromperà il sostegno. Qui c’è l’affrettamento della morte. Da oggi bisognerà sostenere il diritto di morire per la propria malattia”.

ASCOLTA QUI IL PODCAST DELL’INTERVISTA A GIGLI SU CHARLIE GARD