Intervista al “Puma”, Gabriele Caleca.

Da Rubei a domani

 

Puma Caleca le tue sensazioni in una serata dedicata ad Andrea Rubei che riguarda almeno un paio di generazioni: la vostra e quella successiva.

“Le impressioni sono da un certo punto di vista molto belle, per il resto un filo di tristezza. Sai, quando un’icona, un uomo, dello spessore di Andrea Rubei, pensi che non possa più calcare i campi che contano, ti rimane un velo di tristezza. Ma sono sicuro che resterà nel giro e nel mondo del Calcio a Cinque, e rappresenterà l’Italia del futsal in giro per il mondo; e mi auguro che lo faccia con gli stessi risultati di quando ha giocato. Non c’è una figura più idonea della sua, per svolgere il suo ruolo”.

E’ stata una parentesi graffa, di quelle grandi, lunga, ma bellissima, tutti questi anni.

“Tutte le carriere di quelli che stavano qui oggi sono state carriere comunque belle. Quello che ti lascia una carriera così lunga non è tanto anzi per niente, ciò che hai vinto; sono i rapporti umani, l’amicizia. Trovarsi qui da avversari è stato meraviglioso”.

Quanto può crescere, questa disciplina?

Credo con la nuova gestione già delle cose siano iniziate a cambiare, e credo che continuando così, con molto impegno, molta determinazione, mettendo dei paletti su certi comportamenti, certe regole, vedi la prima finale scudetto, è importante e questo sport credo possa crescere tanto. Perché comunque è uno sport meraviglioso, e giocarlo dopo tanto tempo ti lascia delle sensazioni che magari altri sport non ti lasciano, per chi ha praticato il Calcio a Cinque. Ci sono degli ampi margini di miglioramento e spero che la conduzione della Divisione possa aiutare il movimento a crescere”.