Il mondo della magia a teatro, tra illusioni, manipolazione, cartomagia. Il tutto accompagnato da una buona dose di comicità. Torna al teatro Vittoria “Gang of magic”, in scena fino al 15 aprile, uno spettacolo tutto nuovo e più stupefacente che farà vivere al pubblico l’emozione indimenticabile della magia dal vivo. Lascerà a bocca aperta piccoli e grandi.  La Gang è composta da un affiatato gruppo di giovani talenti dell’illusionismo che ha lo scopo di rinnovare l’arte magica, un’arte senza tempo che deve adattarsi costantemente all’evoluzione e ai gusti del pubblico, per riuscire a stupire e meravigliare gli spettatori di oggi. Daniele Lepantini, romano, in arte Mago Lupis, uno dei protagonisti, ha presentato lo spettacolo ai microfoni di Radio Cusano Campus.

Ci spiega meglio che tipo di spettacolo è “Gang of magic?
Gang of magic è un progetto di Paolo Jacobazzi nato sette anni fa al Teatro Alba di Roma. E’un laboratorio-spettacolo che ha visto esibirsi e formarsi nel corso del tempo alcuni tra i migliori giovani prestigiatori di oggi. Da questa esperienza è nato lo spettacolo che ha debuttato con grande successo nel 2014 al Teatro Vittoria.

Un mondo, quello della magia, che non perde il suo fascino. Piace ai bambini e agli adulti.
E’ vero. La caratteristica di questo spettacolo, e che racchiude la mentalità del suo ideatore Jacobazzi, è l’innovazione. La magia è un’arte antica, in questo spettacolo rivisitata in chiave moderna. Non è il classico spettacolo con il presentatore sul palco che annuncia i vari numeri di magia. “Gang of magic” è come una macchina, siamo tutti collegati. E’ veloce, con effetti che lasciano a bocca aperta.

Lei chi interpreta?
Io sono la parte divertente. Faccio una magia con degli effetti rivisitati, c’è anche un pizzico di follia, che rispecchia la mia personalità.

Come nasce la sua passione per la magia? 
Ricordo benissimo quel momento. Avevo sette anni, ero alle elementari. Guardai un numero di magia e ne fui folgorato. Mi ricordo ancora che quando il mago andò via, rimasi seduto a gambe incrociate nel corridoio e pensavo a come avesse potuto fare quelle cose.

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