La società civile va avanti. Nonostante tutto e tutti. Dopo le battaglie di Monica Cirinnà, arriva l’avvocato Alexander Schuster, che a Trento ha ottenuta la storica sentenza con la quale si riconosce per la prima volta il legame tra i figli ed il padre non genetico. Il legale racconta questa vittoria intervenendo ai microfoni di “Legge o Giustizia” del nostro Matteo Torrioli. Ecco cos’ha detto in diretta su Radio Cusano Campus circa questo tema così delicato ma attuale.

Nella diatriba sul riconoscimento dei due padri, arriva un parere autorevole. Perché? Perché si tratta dell’avvocato Alexander Schuster, che a Trento ha ottenuta la storica sentenza con la quale si riconosce per la prima volta il legame tra i figli ed il padre non genetico. Ecco i passaggi rilevanti dell’intervista su Radio Cusano Campus del legale che ha rappresentato i due padri di due gemelli nati negli stati Uniti:

Circa lo stato dell’Italia: “In Italia c’è molto lavoro da fare. Dobbiamo metterci al passo su alcune questioni che abbiamo in arretrato. Io ero fiducioso sull’accoglimento, perché era l’unica strada percorribile per un paese civile. L’alternativa sarebbe stata negare a questi bambini, per tutta la loro vita, un secondo genitore. Quello che non mi aspettavo era il ritorno mediatico”.

Sulle reazioni che sono state a volte feroci: “C’è chi ha cercato di rappresentare i padri gay come dei criminali. Ho ascoltato persone che pretendevano di dire la loro, senza conoscere la realtà, su quale fosse il bene per questi bambini. Mi viene difficile accettare discorsi fatti sulla pelle dei bambini, ignorando cosa pensano gli psicologici e come sono queste famiglie”.

Sul fatto che la Procura abbia impugnato questa sentenza: “Davo per scontato che qualcuno non avrebbe digerito l’esito. Se avessimo perso, saremmo andati in Cassazione. Sono convinto che anche il Ministero vorrà andare in Cassazione: lo avevamo messo in conto. Se l’Italia accetterà, come spero, questa sentenza di Trento è chiaro che ci porremmo all’avanguardia degli ordinamenti che più riflettono sul nuovo diritto di famiglia, ovvero il riconoscimento di due madri, due padri e margini di apertura verso la gestazione per altri”.

Sulle minacce dopo la sentenza: “Abbiamo creato uno schermo intorno alla famiglia. Trento è piccola ma i genitori dei compagni di classe dei due bambini si sono complimentati, dopo la sentenza, con i papà. Non tutte le persone con cui avevo rapporti significativi, invece, hanno capito questa sentenza. Qualcuno l’ho perso per strada, spero di recuperarli nel tempo. Qui si tratta solo di capire che quando ci sono i bambini da tutelare la risposta è solo una, ovvero garantire un ambiente, anche a livello giuridico, che li faccia stare bene. Quell’ambiente è la famiglia, una famiglia che si fonda sull’amore, come tutte”.

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