Lo sapevate che l’anatra all’arancia, la besciamella, la zuppa di cipolle e crepes, considerati piatti tipici della cucina francesca, in realtà hanno un’origine italiana, toscana per l’esattezza? Merito, o secondo alcuni colpa, di Caterina de’ Medici. Nel 1553, a quattordici anni, lasciò la sua amata Firenze e si trasferì alla corte di Francia per sposare Enrico II d’Orleans, il futuro re. L’influenza che la sovrana ha avuto sugli usi e sui costumi d’oltralpe è “certificata” da una ricerca frutto di anni di studi di Michela Bottasso, chef del ristorante Biagio Pignatta, all’interno della tenuta di Artimino, immersa nel verde in provincia di Prato. La chef ne ha parlato a “Il mattino ha la cultura in bocca”, condotto da Emanuela Valente.

Come nasce l’idea di questa ricerca su Caterina de’ Medici e l’influenza che ha avuto sulla cucina e le tradizioni francesi?
Con il mo staff ci siamo ritrovati spesso a cucinare e rivisitare piatti della tradizione medicea, organizzando anche serate a tema. E grazie a queste cene ci siamo accorti che la tradizione medicea vantava piatti considerati tipicamente francesi. Ad esempio la zuppa di cipolle, le crespelle che chiamate in origine le “pezzolle della nonna” perché avevano la forma dei fazzoletti delle signore anziane. L’anatra all’arancia che pensiamo sia francese veniva già preparata nella corte di Caterina. E la lista è lunghissima. Lo zuccotto si chiamava l’elmo di Caterina.

E’ vero che Caterina de’ Medici quando lasciò la Toscana per la Francia, oltre a paggi, dame di compagnia,  profumiere di fiducia, frati, portò con sé anche i propri cuochi?
Verissimo, perché Caterina non è contenta di quello che mangia. E oltre alle novità in cucina, ha insegnato ai francesi l’uso della forchetta di cui non sapevano l’esistenza. Mangiavano con le mani.

Gli usi italiani influenzarono anche il modo di apparecchiare e di servire a tavola.
Caterina dava lezioni su come stare a tavola. Dava vita a banchetti con decine di portate, usava un filo conduttore con i numeri perché aveva una fervida immaginazione. Usava tovaglie damascate e imponeva che i piatti venissero cambiati tra una portata e l’altra.

Ascolta l’intervista https://www.tag24.it/wp-content/uploads/2017/01/INTV-BOTTASSO.mp3