I delitti irrisolti affascinano da sempre gli italiani. La madre di questi delitti è l’omicidio di Pierpaolo Pasolini. Ora, dopo tanto scrivere e parlarne, arriva una bomba. Dove? Nel corso della trasmissione “La Storia Oscura” del nostro Fabio Camillacci, in diretta tutti i giorni su Radio Cusano Campus. L’avvocato Stefano Maccioni, infatti, si lancia in una dichiarazione molto forte. Promette di riaprire il caso. Come? Vedetelo direttamente nelle sue dichiarazioni sull’emittente dell’ateneo che riportiamo qua di seguito.

In attesa della decisione del PM di Roma Francesco Minisci sulla possibilità di riaprire le indagini sul delitto di Pierpaolo Pasolini o di archiviare ancora il caso, l’avvocato Stefano Maccioni, legale del cugino del poeta, va a bomba su Radio Cusano Campus. Ecco i passaggi più importanti:

Sulla reale dinamica del crimine: “Il furto delle pizze del film ‘Salò o le 120 giornate di Sodoma’ e la successiva estorsione perpetrata ai danni di Pasolini per restituirgli le stesse pellicole rubate, avevano un obiettivo ben preciso: portare il poeta in un posto isolato come l’Idroscalo di Ostia per poi ucciderlo. Però, dietro all’estorsione c’è qualcosa di più. Cioè Pasolini non venne portato all’Idroscalo esclusivamente per restituirgli le pizze del film dietro pagamento di una somma di denaro, ma, dietro a questa estorsione ci fu chiaramente la volontà di ucciderlo per motivazioni che esulano dalla restituzione delle pellicole e che sarebbero invece da ricondursi a ciò che Pasolini aveva appreso in relazione a documenti scottanti. Rivelazioni scottanti che Pasolini aveva fatto trapelare su un paio di articoli di giornale pubblicati sul Corriere della Sera, uno peraltro pochi mesi prima di morire, e soprattutto nel suo libro ‘Petrolio’ che lo scrittore non riuscì a completare perché appunto fu ucciso”.

Sul possibile colpevole: “Il tutto secondo me, secondo quanto ho potuto appurare è da ricollegare alla P2, visto che le rivelazioni di Pasolini riguardavano soprattutto Eugenio Cefis, fondatore della stessa Loggia massonica”.

Sul supertestimone: “A tal proposito, sto raccogliendo una dichiarazione molto importante che allegherò alla documentazione già depositata in Procura al magistrato. Si tratta di una persona che incontrò Pasolini il 30 ottobre del 1975 a Stoccolma, quindi 2 giorni prima di essere ucciso. Si tratta di una dichiarazione molto importante che farebbe emergere un evidente timore di Pasolini per quello che stava accadendo in quei giorni. A questo bisogna aggiungere, come sapete, le tracce biologiche ritrovate nell’auto di Pasolini e che non appartengono né al poeta, né a Pino Pelosi, ovvero al momento l’unico colpevole dell’omicidio”.

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